Per Walker Evans tutto è importante, l’assenza di gerarchia è uno dei suoi punti di forza e forse anche la sua vera sfida. Il suo sguardo è freddo e razionale, analitico, nitido.
storia
Interpretare Atget
storie di fotografia e arteOsservi dalla strada un negozio con la sua vetrina e la fantasia comincia a viaggiare. Improvvisamente si materializza uno strano gioco di superfici, simmetrie, riflessi e profondità inaspettate, e poi i volti nell’oscurità, deformati, misteriosi, pensierosi. In un attimo la realtà e il sogno convivono, trovano una sintesi irripetibile. Il fotografo, nei panni del testimone, lo cattura e poi quell’attimo non c’è più.
Antiche tecniche per nuove sperimentazioni
storie di fotografia e arteI ritratti di Victoria Will sono davvero affascinanti: hanno qualcosa di misterioso, che ricorda la magia delle fotografie dell’800, quello strano effetto che ci fanno le vecchie foto dalle quali non riusciamo a staccare lo sguardo. Siamo rapiti dall’espressività di volti che sembrano nuovi, anche se in questo caso li abbiamo già visti altrove tante volte. Quasi ci dimentichiamo del loro nome, anche se lo conosciamo.
La Russia a colori, prima del colore
storie di fotografia e arteIn questi giorni si parla di un’interessante mostra in corso al Museo Foam di Amsterdam, “Primrose – Russian Colour Photography“, che racconta la ricerca fotografica a colori nella Russia a partire dalla seconda metà dell’800. C’è un fotografo in particolare che mi ha sempre incuriosito per l’assoluta sorpresa che suscitano le sue immagini, ed è Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii, incaricato dallo zar Nicola II nel 1909 di documentare l’impero russo con la tecnica da lui già sperimentata della fotografia a colori, messa a punto inizialmente da Maxwell e poi perfezionata da vari chimici tra cui lo stesso Prokudin-Gorsky.
Tra fotografia e vita
storie di fotografia e arteTina e Edward sono sulla terrazza del loro amico Paul. La loro visita non è casuale: quel giorno, il 26 aprile del 1926, migliaia di persone sfileranno per le strade di Città del Messico per ribadire i propri diritti nel bel pieno della Rivoluzione. Sono i lavoratori messicani, con i loro immancabili sombreros, e Tina non può perdere l’occasione di fare qualche scatto da quella posizione privilegiata: poter ritrarre la scena dall’alto, restituire un’idea di quello straordinario evento e della moltitudine riversata nelle strade, le sembra qualcosa di irripetibile. Edward si gode la scena ma non tradisce interesse per qualche scatto, lui la graflex la usa in studio, il movimento lo distrae dal suo perfezionismo.