La fotografia non è solo il prodotto di uno strumento meccanico: Not just a camera è un blog creato da Elisa Posella per approfondire il linguaggio delle immagini, la loro storia, ciò che le ispira e che ci ispira a sua volta.
“Gli analfabeti del futuro non saranno tanto coloro che ignorano l’arte dello scrivere, quanto quelli che non sapranno nulla di fotografia”.
Lazlo Moholy-Nagy
In questo spazio troverete approfondimenti sulla storia della fotografia e su autori interessanti del passato e del presente, confronti, esperimenti e riflessioni sia sulla fotografia analogica che su quella digitale, immagini dall’archivio personale, scattate in digitale o su pellicola, per condividere piccoli momenti di ispirazione.
Il blog nasce dall’unione di due blog precedenti creati nel 2013 e nel 2014, il primo dedicato interamente alla fotografia e all’arte, “Fotografica”, e il secondo, dallo stesso nome attuale ma scritto in inglese e italiano, dedicato principalmente alla fotografia di ritratto.
Chi sono
Io sono Elisa Posella, nata e cresciuta a Roma, dove vivo attualmente con mio marito Giulio, nostro figlio Francesco e il gatto di casa Jonsi.
Ho iniziato come blogger e webmaster nel lontano 2001.
Dopo la laurea in Storia dell’arte, ho avuto un’esperienza di 2 anni nel campo della didattica museale alla Galleria Borghese e alla Galleria Corsini di Roma, lavorando per la Soprintendenza Speciale al Polo Museale Romano sia alle attività educative per tutte le fasce di età, occupandomi anche della programmazione annuale, sia all’organizzazione di esposizioni ed eventi speciali.
Sono poi tornata alle mie vecchie passioni, la grafica e il web, specializzandomi in modo particolare nei prodotti editoriali, nel webdesign e nelle tecniche di postproduzione delle immagini, attraverso un’esperienza formativa e lavorativa presso lo studio grafico La Testuggine di Roma.
Negli stessi anni è iniziato il percorso di avvicinamento alla fotografia, che ha cambiato completamente i miei orizzonti, portandomi ad acquisire sempre nuove competenze e a condividerle attraverso le attività dell’Associazione Grigio18%, per la quale ho rivestito la carica di segretario dal 2009 al 2015.
Ho continuato l’esperienza di graphic designer lavorando come Art director per Ekoes soc.coop., e avviando parallelamente anche l’attività di docente per corsi di postproduzione fotografica.
Dopo una recente esperienza sul fronte dell’arte contemporanea come art-hunter, assistente alla realizzazione di eventi e allestimento esposizioni, sono ora impegnata nella formazione per Emozioni Fotografiche, la scuola di fotografia di Simone Sbaraglia a Roma.
Negli ultimi anni sono inoltre entrata con entusiasmo nel mondo dei maker progettando oggetti d’arredo e gadget realizzati con la lasercutter e con la carta; attualmente sperimento anche con knitting, cucito e stampa fotografica su tessuto.
Qualcosa su di me e la fotografia
La mia infanzia l’ho trascorsa tra le riproduzione dei dipinti rinascimentali e i disegni di mio padre, così ho sempre pensato che da grande mi sarei occupata di arte, in un modo o nell’altro.
Quindi ho studiato storia dell’arte al liceo e all’università, finendo col laurearmi in ciò che inizialmente mi sembrava inavvicinabile, l’arte contemporanea. Sono passata dalla passione iniziale per l’umanesimo alla faticosa conquista dell’arte antica, per approdare al fascino indescrivibile dell’archeologia cristiana. Il salto alle avanguardie novecentesche a quel punto non sembrava così impossibile.
Sembra strano, ma posso assicurare che non sono affatto mondi così distanti. Quando cominci a sezionare simboli e a toccare l’universo dei segni, sei già passato oltre.
Klee, quindi. Amore a prima vista, ma approccio lento e paziente. Nei suoi Diari scopro che la creatività è faticosa come imparare a stare al mondo. E che si può elaborare un grande pensiero disegnando.
E a Parigi mi imbatto in Kupka, Fischinger e Newman, e mi si apre un mondo in cui la luce, le forme, i colori e i suoni si incrociano come in una giostra.
A quel punto decido di occuparmi di Duilio Cambellotti, un artista artigiano dal cuore generoso. Scrivo la tesi con le matrici delle sue incisioni nelle mie mani, e non fatico a trovare il senso delle sue visioni leggendarie, tracciate con la mano di chi nella forma cerca l’essenza e non la superficie.
Così mi affaccio sul mondo della fotografia, prima imparando ad usare lo strumento, poi tentando di capirne il senso, partendo dal classico tentativo di costruire una camera oscura con una scatola. E poi c’è mio marito che la camera oscura se la costruisce sul serio, aprendo le porte di un mondo che oscilla tra magia e tecnica, tra la precisione del metodo e l’indefinito del risultato, tra la fisicità della realtà esterna e la sua proiezione sul foglio di carta. Mi rendo conto che senza quella emozione diretta non avrei mai potuto sfiorare il mistero che aleggia su questo mezzo, così abusato e così poco conosciuto. Da allora la passione non ha fatto che crescere, anche con l’Associazione culturale Grigio 18%, attraverso la quale ho cercato, per 10 anni, di condividerla sia con coloro che si affacciano con occhi nuovi al mondo della fotografia, sia con chi la ama da sempre.
Adesso si è aperta per me una fase nuova, più consapevole e riflessiva. Da una parte affianco con passione l’attività di fotografo di mio marito Giulio Speranza, sperimentatore accanito, cultore dell’analogico e del grande formato, dal quale non smetto mai di imparare. Dall’altra approfondisco costantemente la conoscenza di fotografi e fotografia, tenendo sempre vivo il mio desiderio di saperne di più, per capire di più e per condividere sempre di più.