Sander e il ritratto perfetto

storie di fotografia e arte

Il ritratto perfetto secondo me esiste: l’ha realizzato August Sander intorno al 1945.
Il suo soldato che ci guarda dritti in faccia, con quell’aria vagamente malinconica che stride col portamento e il ruolo, è senza tempo.

Una piccola smagliatura sulla superficie delle cose

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L’idea del fantastico credo che ben si adatti alla mia idea di paesaggio, è proprio all’interno di questa mutazione che si può spiegare l’aria di inquietante tranquillità che abita luoghi e paesaggi… sapendo alla fine che questo che c’è dato di conoscere, raccontare, rappresentare, non è che una piccola smagliatura sulla superficie delle cose

Niente di antico sotto il sole, 1988

Quanta bellezza nella mostra al MAXXI dedicata a Luigi Ghirri, “Pensare per immagini”, bella fin dal titolo. Quanta straordinaria consapevolezza nelle parole dello stesso Ghirri, nella sua idea di fotografia come svelamento, come rivelazione dell’inaspettato. E quanta gioia nel lasciarsi sorprendere, così, quasi ingenuamente, da un linguaggio semplice e potente.

La consapevolezza di Helmut Newton

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La mostra di Helmut Newton White Women / Sleepless Nights / Big Nudes (2013) si è rivelata per me un’esperienza unica e, come capita solo con i grandi maestri, di quelle che ti cambiano le prospettive.

Newton è uno di quelli che non conoscono etichette, che non riesci ad ingabbiare, a cui vanno strette tutte le definizioni. Percorrere il suo itinerario in mostra attraverso il corpo femminile mi ha suggerito un’infinità di riferimenti e relazioni che rivelano una ricerca iconografica inaspettata.

La Russia a colori, prima del colore

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In questi giorni si parla di un’interessante mostra in corso al Museo Foam di Amsterdam, “Primrose – Russian Colour Photography“, che racconta la ricerca fotografica a colori nella Russia a partire dalla seconda metà dell’800. C’è un fotografo in particolare che mi ha sempre incuriosito per l’assoluta sorpresa che suscitano le sue immagini, ed è Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii, incaricato dallo zar Nicola II nel 1909 di documentare l’impero russo con la tecnica da lui già sperimentata della fotografia a colori, messa a punto inizialmente da Maxwell e poi perfezionata da vari chimici tra cui lo stesso Prokudin-Gorsky.