L’idea del fantastico credo che ben si adatti alla mia idea di paesaggio, è proprio all’interno di questa mutazione che si può spiegare l’aria di inquietante tranquillità che abita luoghi e paesaggi… sapendo alla fine che questo che c’è dato di conoscere, raccontare, rappresentare, non è che una piccola smagliatura sulla superficie delle cose
Niente di antico sotto il sole, 1988
Quanta bellezza nella mostra al MAXXI dedicata a Luigi Ghirri, “Pensare per immagini”, bella fin dal titolo. Quanta straordinaria consapevolezza nelle parole dello stesso Ghirri, nella sua idea di fotografia come svelamento, come rivelazione dell’inaspettato. E quanta gioia nel lasciarsi sorprendere, così, quasi ingenuamente, da un linguaggio semplice e potente.
Mi hanno incuriosito fin dall’inizio le sezioni del percorso: Icone, Paesaggi, Architetture. Oggi che siamo abituati alla fotografia progettuale, circoscritta in piccoli nuclei, fin troppo definiti, spesso didascalici, l’idea che una serie di immagini possano parlare il linguaggio delle icone, di paesaggi e architetture, mi ha immediatamente sorpreso.
E poi seguire, nel bell’allestimento proposto, il percorso lucido e pulito di Ghirri, i suoi pensieri, i suoi ragionamenti, e accostarli alle foto, trovando una corrispondenza assolutamente puntuale e quasi magica, si rivela un’esperienza aldilà di ogni aspettativa. Spesso è pura metafotografia, riflessione sul linguaggio in sé e sui suoi risvolti nella lettura della realtà: frammentata, scomposta, ricostruita per associazioni di forme, idee, colori, questa realtà ha perso la sua componente narrativa, alla quale siamo ormai assuefatti, per diventare icona e svelarci qualcosa che non sapevamo, che non potevamo immaginare.
La smagliatura è in fondo una rivelazione, qualcosa che non avevamo notato, che ci inquieta e ci attrae, ma che ora non possiamo più dimenticare. E che ci ricorda cosa può fare la fotografia, in quel suo strano interporsi tra la realtà, le cose, e la nostra immaginazione.
DA LEGGERE
- L.Ghirri, Lezioni di fotografia (Quodlibet 2010)
- L.Ghirri, Bello qui, non è vero? (Contrasto 2008)